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Propaganda astensionista a Thiesi: le reazioni dei candidati locali

Le repliche di Ninniri, Fiori, Manca, Mulas e Mannoni

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THIESI. Non si sono fatte attendere le reazioni dei candidati locali a seguito delle anonime affissioni astensioniste dei giorni scorsi.
L'indipendentista Pietro Ninniri inviandoci una lettera alla nostra redazione ha aperto le danze delle repliche. «Non andando a votare si aiuta e si legittima proprio questa classe politica che sull'astensionismo basa la sua forza, abbassando il quorum si dà una grande mano proprio a questi personaggi inquietanti che con la loro politica affaristica hanno devastato questo territorio». Per Ninniri astenersi equivale a «rinunciare al proprio “diritto” di esprimere un giudizio». «Noi del Fronte – ha concluso Ninniri - facciamo politica 365 giorni all'anno e siamo a disposizione e, come sempre, aperti a qualsiasi tipo di dialogo nel rispetto delle posizioni politiche di ciascuno».
Per Gigliola Fiori (Unidos) «l'astensione non è sinonimo di protesta: si astiene colui che non è padrone delle sue idee; colui che passivamente subirà come uno schiavo; colui che lancia un sasso, ma come solo i vigliacchi sanno fare, nasconde la mano. La storia ci insegna che il popolo sardo, unito con coraggio e tenacia, ha sempre lottato contro i dominatori» Da qui l'invito ad «andare a votare con la schiena dritta e la testa alta, come solo noi sardi sappiamo fare, per la nostra terra, per il nostro domani, con fierezza»
Pier Mario Manca (Partito dei sardi) non mette in discussione le «aberrazioni del sistema politico italiano ed comprensibile avercela contro i partiti», ma tiene a precisare che «la politica è un'altra cosa, non si può prescindere da essa, i governi ci saranno sempre in una società strutturata e comunque non tutti siamo uguali». «L'espressione media del politico è l'espressione media del cittadino». Per Manca «questa classe politica l'abbiamo voluta noi e se io ho cambiato partito è per differenziarmi dalla logica perversa delle prebende e per non cadere nei ricatti».
Anche Loredana Mulas (Centro democratico) capisce le motivazioni della sfiducia. «La gente è stanca e non ci crede più. Io personalmente non provengo dalla politica, provo perciò a dare il mio contributo contro lo solite promesse».
Per Renzo Mannoni, infine, «è il momento di agire, e subito, per combattere la crisi che attanaglia la Sardegna e questo lo si fa da dentro». «Non possiamo lasciare che queste decisioni – ha proseguito il candidato di iRS elencando i 100 mila disoccupati, le 800 mila cartelle di Equitalia emesse ogni anno, ma anche le vaste aree di terra inquinate - le prendano gli “altri”. Non c’è più tempo. iRS da dieci anni ha lavorato in questa direzione, perciò ritengo che i tempi siano maturi per portare tutte le nostre storiche battaglie al governo, con in mente sempre l’indipendenza della Sardegna».

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